Relazione tra fumo e fallimento degli impianti
L’intervento di implantologia consiste nell’inserimento nell’osso mandibolare di una vite in titanio (impianto) cui verranno fissate le protesi che formano la dentatura artificiale del paziente. La buona riuscita di questa operazione dipende dall’osteointegrazione, ossia dalla capacità dell’osso della mandibola di integrarsi e unirsi all’impianto rendendolo un tutt’uno con l’organismo.
Il fumo è una cattiva abitudine molto diffusa, che coinvolge un italiano su cinque. Il numero di pazienti che si rivolgono all’implantologia per sostituire uno a più elementi dentari mancanti è in continua crescita, grazie ai numerosi vantaggi che questa tecnica micro-chirurgica può assicurare: durata nel tempo, praticità e velocità di intervento, sicurezza e comodità per il portatore.
Numerosi studi scientifici dimostrano come vi sia una stretta relazione tra il fumo e il fallimento degli interventi di implantologia.
Il fumatore abituale danneggia quotidianamente il contatto tra osso e impianto, pertanto viene caldamente consigliato di smettere o ridurre drasticamente il consumo di sigarette. Inoltre, il fumo crea una diminuzione dell’apporto di sangue nella zona in cui è presente l’impianto, inibendo la formazione dell’osso attorno alla vite, che porterà ad un’instabilità dell’impianto.
Non vi è solo la nicotina ad essere tossica, nel fumo di sigaretta si sviluppano e vengono rilasciati anche dei condensati del catrame che possono essere causa di irritazione gengivale. Altre sostanze citotossiche contenute in una sigaretta possono distruggere le cellule adibite al mantenimento dei tessuti di sostegno dei denti.
Per un risultato ottimale del trattamento implantare, il paziente deve smettere di fumare 3/4 settimane prima di posizionare l’impianto e non fumare durante la guarigione.
E’ buona norma astenersi completamente dal fumo per almeno 20 giorni dopo l’intervento per dare modo alla ferita di rimarginarsi, non rischiare di contrarre infezioni dell’osso o infezioni gravi come la parodontite che, nei fumatori, richiede tempi più lunghi di guarigione rispetto ad un non fumatore.